Promuovere la lotta dal basso al cambiamento climatico, ma anche la riqualificazione di zone devastate delle periferie italiane. Nasce con queste idee Terra Franca, il progetto ideato da HRYO e sostenuto da un’importante rete di associazioni palermitane. Gli obiettivi sono chiari: ridare la giusta visibilità ai principi della legge Rognoni-La Torre sulla reale restituzione alla collettività di beni confiscati a Cosa Nostra, perché Palermo è una città che ha assegnato tantissimi beni tolti alla mafia e restituiti alla collettività, ma il processo è ancora troppo lento e spesso incontra ostacoli.
Da Terra Franca parte il messaggio che non basta togliere potere e credibilità alle mafie sottraendo loro i patrimoni acquisiti illecitamente: è necessario che queste ricchezze tornino alla collettività.
Il progetto di Terra Franca si pone tra gli obiettivi principali proprio il coinvolgimento di numerose realtà cittadine. La rete di partenariato – che va da Arci Palermo a Libera Palermo, con la presenza anche di Maghweb, Vivere in Positivo, Cinque a tutto tondo e altre associazioni – è il punto forte del progetto. Tutte queste associazioni contribuiranno, attraverso le rispettive attività e nei loro esiti, a favorire la prevenzione dell’epidemia delle mafie e a donare alla collettività una opportunità di sviluppo economico e di coesione sociale. Per questo, mese dopo mese, in quest’ultimo anno abbiamo cominciato a farci spazio all’interno del quartiere Cruillas, avviando un percorso che contiene in sé un importante valenza formativa, di educazione alla legalità e di possibile riscatto sociale. Tra l’altro il valore aggiunto giunge proprio dalla tipologia di rete messa a regime: il continuo contatto della associazioni che partecipano al progetto di Terra Franca con le giovani generazioni del quartiere garantirà partecipazione e soprattutto la maturazione di una consapevolezza che speriamo che si radichi nel territorio.
Ma teniamo in considerazione ciò che ha detto il presidente della VI Circoscrizione, Michele Maraventano, in un’intervista rilasciata ad HRYO: “Con la cementificazione, il sacco di Palermo e il variare dell’assetto urbanistico sono sorti tanti residence all’interno dell’asse principale e oggi, nella stessa area in cui un tempo vivevano 1000 abitanti ne vivono circa 25000. Ne soffre quindi la viabilità, l’assetto urbanistico e anche la sicurezza.”
Anche per questo riteniamo che sia di fondamentale importanza ripristinare uno spazio verde a Terra Franca, per dare respiro ad un quartiere pervaso dalla cementificazione. La creazione di una serra della biodiversità, di un orto sociale, la piantumazione di alberi e lo sviluppo di una colonia di api aiuteranno il terreno, che era stato trasformato in una discarica, a riprendere vita.
La speranza è che le attività che vogliamo svolgere nel terreno confiscato alla mafia aiutino la popolazione e le nuove generazioni a sviluppare una forte consapevolezza sull’importanza della biodiversità, della legalità e di pari passo anche sulla necessità di contrastare ogni tipo di criminalità organizzata.